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Annullamento del debito

Se ritieni che la richiesta di pagamento contenuta nella cartella o nell’avviso inviato dall’Agenzia delle entrate-Riscossione (fino al 30 giugno 2017 Equitalia) non sia dovuta puoi chiederne l’annullamento direttamente all’ente creditore, al giudice oppure puoi inviare una richiesta di sospensione della cartella che farà da tramite con l'ente creditore interessato per l'annullamento

Come richiedere l’annullamento all’ente creditore

L’Agenzia delle entrate-Riscossione ha il compito di riscuotere, ma la richiesta di pagamento vera e propria arriva dagli enti pubblici creditori (INPS, Agenzia delle entrate, comuni, etc.).

L’annullamento (detto “sgravio”) lo dovrai chiedere direttamente all’ente creditore a cui è riferito il tributo.

Per esempio: se il comune chiede all’Agenzia delle entrate-Riscossione di riscuotere la tassa sui rifiuti ma tu sei esentato dal pagarla o devi pagare solo una parte, dovrai chiedere al comune di annullare la richiesta in tutto o in parte.

La richiesta da rivolgere all’ente si chiama “autotutela”. Con l’autotutela chiedi all’ente di correggere il proprio errore. Se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito invierà all’Agenzia delle entrate-Riscossione lo “sgravio”, cioè l’ordine di annullare il debito. L’Agenzia delle entrate-Riscossione in questo modo cancellerà quel tributo dalla cartella.

Se invece l’ Agenzia delle entrate-Riscossione non riceve dall’ente lo sgravio è obbligata per legge a procedere con la riscossione.

Non c’è un termine per presentare la domanda, ma ti consigliamo di agire tempestivamente.
Inoltre, in alcuni casi specifici previsti dalla legge, puoi anche chiedere direttamente all’Agenzia delle entrate-Riscossione la sospensione della cartella e attendere l’esito delle verifiche dell’ente creditore.

Come richiedere l’annullamento con ricorso al giudice

Per chiedere di annullare in tutto o in parte il debito presente nella cartella, puoi fare ricorso all’autorità giudiziaria competente. Nel documento che deciderai di impugnare (per esempio la cartella) troverai maggiori informazioni su come effettuare il ricorso e a quale giudice inviarlo.

Se il giudice ti darà ragione, accogliendo il riscorso, l’ente dovrà annullare il debito.

Tuttavia capita a volte che l’ente non si adegui alla decisione del giudice. In questo caso, potrai far valere le tue ragioni ricorrendo direttamente al giudice e iniziare il cosiddetto “giudizio di ottemperanza”. Si tratta di un ulteriore ricorso per ottenere che l’ente applichi quanto già deciso da altro giudice.

Per segnalare qualsiasi irregolarità riscontrata è possibile, comunque, rivolgersi al Garante del contribuente con richiesta scritta in carta libera, specificando i propri dati anagrafici e il codice fiscale.

È possibile richiedere uno sgravio totale o parziale: nel primo caso il tributo viene annullato per intero, nel secondo il tributo caso viene annullato solo in parte. Al provvedimento di sgravio, cioè di annullamento, del tributo dovrà seguire il rimborso, totale o parziale, delle somme eventualmente già pagate.

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